sabato 25 settembre 2010


Decidi tu

La Rivoluzione Democratica al via
Gli elettori reggiani vogliono scegliere i propri candidati

Noi, iscritti e simpatizzanti del PD di Reggio Emilia

riteniamo

che in tempo utile e prima delle prossime elezioni politiche - siano esse tra tre mesi o tre anni - sia necessario organizzare le Primarie in ogni circoscrizione del nostro territorio, affinchè i candidati che le rappresenteranno sulla scheda elettorale siano frutto di una reale e diretta espressione democratica.

Tali candidati dovranno essere realmente scelti, non sarà ammissibile dover votare liste bloccate. Le liste che verranno presentate per il Parlamento seguiranno l’ordine dettato dalle preferenze raccolte alle Primarie, senza eccezioni.

Con la stessa determinazione

proponiamo

che siano i Circoli del PD reggiano a presentare propri candidati alle Primarie, con l’intento di farli prevalere nella competizione interna, sostenendoli poi con rinnovato vigore durante la campagna elettorale.

Lo strumento Primarie, infatti, se utilizzato per scegliere tra nomi dettati esclusivamente dagli apparati di Partito, da solo non basta a garantire candidature realmente condivise e basate sul principio di meritocrazia; occorre aprire a candidature che diano valore all'impegno e alle idee di chi partecipa alle attività dei circoli, di chi si impegna quotidianamente nella cittadinanza attiva, di chi lavora per creare senso di appartenenza ai territori.

Questa a nostro avviso è democrazia, e su questa proposta siamo disponibili ad un confronto; la partecipazione non può essere solo un esercizio teorico e formale ma una normale pratica di reale diritto di scelta.

Questo metodo andrebbe nella direzione, da molti auspicata, di una reale responsabilizzazione e rappresenterebbe la possibilità di un effettivo coinvolgimento per tutti gli elettori del centro-sinistra, e non solo del PD; questo soprattutto per coloro che hanno maturato una profonda disaffezione per la politica o che se ne sono allontanati avendo perso la fiducia nel Partito e nella classe dirigente.

Questa strada, di valorizzazione della partecipazione e dell'espressione della volontà comune, che vogliamo iniziare a percorrere, rappresenta un punto di partenza, ma diventa un cammino fondamentale se si vuole riacquistare forza e considerazione, suscitare rinnovato interesse da parte dei giovani e dei delusi e spingere le persone ad impegnarsi per poter cambiare in meglio le cose.

Da questa strada non si può tornare indietro; o si prosegue cercando di essere sempre più numerosi nel richiedere democrazia reale e non formale o si rischia di chiudere per sempre un’esperienza, quella del PD, in cui tutti abbiamo creduto e investito le nostre energie.

Lo chiediamo con forza e convinzione perché vogliamo che il PD sia il Partito delle buone pratiche e della trasparenza.


I primi firmatari

Bellesia Elisa
Beltrami Nadia
Benassi Marco
Benassi Sauro
Bertani Glauco
Bertolini Vincenzo
Bigi Alberto
Bizzarri Germano
Bonacini Andrea
Bonvicini Viscardo
Borghi Bruno
Branchetti Fausto
Branchetti Nadia
Brugnatti Michele
Capelli Andrea
Carbognani Chiara
Caroli Corrado
Casanova Luca
Catellani Marco
Cavalli Federico
Chiossi Claudio
Coffrini Stella
Corradini Paolo
De Franco Lanfranco
Delmastro Giuseppe
Di Pietro Angiolino
Fabbi Dominga
Ferraboschi Marilena
Ferrari Giovanni Andrea
Ferrari Stella
Filippi Roberta
Franceschini Federica
Frignoli Alessandro
Gasparini Gilberto
Giberti Nico
Grassi Matteo
Griminelli Lina
Gullo Maurizio
Irimia Nicola
Lamantea Ruggiero
Lusuardi Massimo
Maioli Giuliano
Manili Marinella
Manuela Biolchini
Mattioli Alessandro
Mattioli Francesca
Mazzocchi Maria Antonietta
Menozzi Daniele
Miselli Mauro
Montanari Livio
Montecchi Nicoletta
Morgotti Paolo
Motolese Elisa
Nardi Stefano
Pellicelli Marcello
Ponzi Mauro
Quaiotti Giuliano
Ramzi Ben
Rinaldini Roberta
Rosselli Marco
Rubiani Giulia
Ruffini Rosa
Salmi Youssef
Sassi Devid
Scarpati Marco
Segadelli Paulo
Setti Stefano
Sirica Vincenzo
Tadolini Paolo
Valentini Massimiliano
Vecchi Gianni
Vecchi Valerio
Vergalli Christian
Veronese Moreno
Zaccarelli Mauro
Zanfi Daniela







E' possibile sottoscrivere il documento "Decidi Tu" inviando la propria adesione all'indirizzo di posta elettronica deciditureggioemilia@libero.it

Il segretario regionale del PD Stefano Bonaccini per le primarie

STEFANO BONACCINI SEGRETARIO PD EMILIA-ROMAGNA
HA CHIESTO LE PRIMARIE

24-09 "Oggi all'assemblea dei segretari regionali e provinciali con Bersani, ho sostenuto che se il Governo dovesse cadere e ci fossero elezioni anticipate, in mancanza di una nuova legge elettorale, il nostro Pd dovrebbe fare le primarie per selezionare le candidature al Parlamento." Stefano Bonaccini


Parlamentari “Primarie vere per sceglierli. E Roma stia un passo indietro” (Unità - 5 ottobre 2010)

Aggirare il Porcellum. l segretari delle federazioni d’accordo con la proposta di Bonaccini,  lanciata anche da «l’Unità». Donini (Bologna): «Una buona mossa per far capire che non ci adeguiamo a una legge sbagliata»

Avanti con le primarie per scegliere i parlamentari. Sia come strumento di lotta per contestare una legge elettorale, il “Porcellum” che impedisce agli elettori di selezionare le personalità da mandare alla Camera e al Senato, sia come metodo per avvicinare la politica, sempre più lontana dalla gente. Dopo l’appello lanciato alcune settimane fa dal nostro giornale, a rafforzare la direzione intrapresa dal segretario regionale Pd Stefano Bonaccini, è il parere dei coordinatori provinciali del partito. Da Piacenza a Rimini, infatti, la proposta piace. Con un’avvertenza: che, in caso di elezioni la prossima primavera, si tenga poi davvero conto delle indicazioni che usciranno dai territori Altrimenti, se prevalessero le logiche di “corrente” o le imposizioni da Roma, il rischio sarebbe quello di un boomerang,«Credo sia una buona risposta politica da dare a una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti esordisce Raffaele Donini, numero uno del Pd di Bologna -. In questo momento faccio fatica a dire quando si andrà a elezioni, ma penso che sia una buona mossa per far capire che il partito non si adegua a una legge che ritiene sbagliata».Alberto Pagani, coordinatore democratico di Ravenna, non nasconde che le difficoltà tecniche esistono. <<Le primarie per il sindaco sono relativamente semplici, quelle per i parlamentari sono più complicate – osserva Pagani-. Bisogna tenere conto della rappresentanza di genere (un uomo e una donna alternati, ndr) e di territorio, bisogna studiare bene come si compila la lista finale. Il fine è assolutamente giusto, ma bisogna evitare distorsioni, Tuttavia credo che sia un elemento che può anche recuperare alla politica qualche elettore che, magari, si è allontanato».Più esplicito Marco Di Maio,26enne coordinatore democratico di Forlì: «Se non cambia la legge elettorale c’è necessità di primarie. Ma soprattutto bisogna poi tenere conto dei risultati, ovvero delegare alla scelta dei territori una fetta ampia delle liste, non solo il 10%». Insomma, se ci si crede, bisogna poi dimostrarlo nei fatti:<<Penso che l`antipolitica trovi forza proprio dalla debolezza e dalla perdita di credibilità dei partiti tradizionali – osserva Di Maio -. A settembre ho notato un certo scoramento per le divisioni generate dal documento dei 75: se dobbiamo contrastare il voto di semplice contestazione che molti giovani danno alla Lega Nord o ai grillini, bisogna avere il coraggio di proposte nuove. La scelta dei parlamentari va in questa direzione>>. Anche Lino Gobbi, coordinatore riminese del partito, pare avere le idee chiare: «Se c’è un giudizio positivo sul lavoro svolto da un parlamentare al primo mandato, tanto più se giovane come la nostra Elisa Marchioni – distingue il romagnolo -, allora si può bissare tranquillamente. Ma per individuare il senatore, possiamo certamente farle, le primarie. Siamo pronti».Per Davide Baruffì, segretario modenese del Pd e successore in quella carica di Bonaccini, «la priorità è cambiare la legge elettorale. Mi rendo conto che non sarà facile, ma quello deve essere il primo compito del Parlamento», Nel caso – probabile – in cui la normativa resti l’attuale, che porta la firma del ministro leghista Roberto Calderoli, <<di fronte a liste bloccate dobbiamo dare una risposta forte,anche se non dovrebbe essere solo un problema del PD>>, osserva Baruffi. Che dunque vede le primarie per Camera e Senato come uno «strumento di battaglia politica».Consapevole che il meccanismo,al di là della condivisione dell’0biettivo, va studiato è Vittorio Silva, segretario del Pd piacentino, <<È una proposta utile – spiega Silva —, È ovvio che i territori possono scegliere, ma poi bisogna vedere a che altezza della lista finale vengono poi messe le personalità selezionate con il contributo di elettori e simpatizzanti>>. Non avere voce «su un tema così importante, non aiuta certamente chi si allontana dalla politica a riavvicinarsi.», chiude Silva.
UNITA’ BOLOGNA  del 5 ottobre 2010 - ANDREA BONZI